I disturbi d’ansia sono tra i disturbi mentali i più frequenti, colpiscono infatti circa 2,5 milioni di italiani. Attualmente l’ansia ed i disturbi ad essa collegati non sono più un tabù e chi ne soffre ha maggiori possibilità di affrontarli e soprattutto di risolverli. Dai disturbi d’ansia si può infatti guarire con la giusta terapia. Come sostiene lo psicologo Alessandro Lobello la cosa più importante da fare è rivolgersi ad uno specialista con il quale intraprendere un percorso psicoterapeutico che abbia un duplice obiettivo: comprendere le cause che provocano i disturbi d’ansia e trasferire un metodo per gestirli e/o eliminarli del tutto.
Disturbi d’ansia: cosa sono e quali sono i sintomi?
Bisogna fare una precisazione: tutti proviamo l’ansia, ma non tutti soffriamo di disturbi ad essa collegati. Vi sono infatti due tipologie di ansia: fisiologica e patologica. La prima prepara il soggetto ad affrontare una minaccia o un pericolo imminente. In questi casi l’ansia è utile perché mette in allerta e permette di reagire tempestivamente oltre a produrre un aumento dello stato di vigilanza che migliora le performance in situazioni impegnative, come un colloquio di lavoro o un esame da sostenere. Si tratta di un’ansia che possiamo definire positiva, che “tiene sulle spine” e spinge l’individuo a sfruttare tutte le sue potenzialità per superare una prova. La seconda invece si manifesta in modo persistente ed intenso, anche in situazioni in cui non vi sono reali pericoli. L’ansia è dunque disfunzionale, invalidante e compromette seriamente la normale funzionalità del soggetto che ne soffre. La difficoltà nel gestire i ripetuti attacchi di ansia, genera inoltre un forte senso di frustrazione che riduce la stima in se stessi e che spesso conduce a diverse forme di depressione.
I sintomi dei disturbi d’ansia sono suddivisi in 3 categorie:
● cognitivi: vuoto mentale, percezione crescente di allarme/pericolo, sentirsi fortemente osservati
● comportamentali: paura di restare o uscire da soli, necessità di assumere ansiolitici, evitamento di tutte le possibili situazioni che possono provocare paura, timore, preoccupazione
● fisici: palpitazione, tachicardia, tremori, contratture muscolari, ipersudorazione, vertigini, nausea, senso di soffocamento e respiro corto
Secondo il DMS-5 (Manuale Diagnostico e statistico dei disturbi mentali) il soggetto è affetto da disturbi d’ansia quando quest’ultima è eccessiva e persistente, si manifesta in situazioni neutre, nelle quali minacce e pericoli sono del tutto improbabili, e persiste almeno da 6 mesi. I sintomi non devono essere attribuibili agli effetti fisiologici di una sostanza (droga, alcol) o di un farmaco, ad una condizione medica o essere meglio riconducibili ad altri disturbi mentali.
Tra i disturbi d’ansia più frequenti vi sono:
● disturbo da panico (attacchi di panico) con/senza agorafobia
● disturbo d’ansia generalizzato
● fobia sociale
● fobie specifiche
Come curare i disturbi d’ansia?
Curare i disturbi d’ansia vuol dire riappropriarsi della propria vita. A tal proposito è interessante quanto afferma l’OMS (organizzazione mondiale della sanità) in merito all’importanza della salute mentale, inteso come “stato di benessere che permette ad ogni individuo di realizzare il suo potenziale, affrontare il normale stress della vita, lavorare in maniera produttiva e apportare un contributo alla propria comunità”. In queste poche righe è racchiusa la motivazione per affrontare i disturbi d’ansia. La terapia che ha riscontrato maggiori percentuali di successo è quella cognitiva-comportamentale. Quest’ultima fornisce una serie di tecniche e di strumenti grazie ai quali il terapeuta riesce ad identificaree sconfiggere le cause che scatenano il disturbo, a ridurre il livello d’ansia e a migliorare la capacità dei pazienti di affrontare e accettare la normale incertezza che caratterizza la vita. Si impara a conoscere l’ansia, a riconoscere quella patologica ed i suoi sintomi e soprattutto ad interrompere il circolo vizioso di tensione scatenato dai pensieri ansiosi. Per far ciò si ricorre all’analisi dei pensieri disfunzionali, ai cosiddetti training di consapevolezza degli stati ansiosi, all’esposizione in vivo o immaginate, ad esercizi di problem-solving. Durante il percorso terapeutico si impara anche a controllare e a ridurre i sintomi fisici dell’ansia mediante tecniche di rilassamento ed esercizi di respirazione. Nei casi più gravi potrebbe essere necessaria una terapia farmacologica a base di ansiolitici e/o antidepressivi. Quest’ultimi devono essere prescritti soltanto da psichiatri ed è importante che siano associati ad un percorso di psicoterapia. Da soli infatti non sono capaci di curare i disturbi d’ansia. Hanno efficacia nel breve periodo, non appena viene sospesa l’assunzione, il disturbo si ripresenta. La psicoterapia al contrario, nella maggior parte dei casi, è la soluzione definitiva ai disturbi d’ansia.
Dal Sito: newsbiella.it
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