martedì 11 febbraio 2020

La salute mentale al giorno d’oggi: la mindfulness può essere una soluzione?



Nella società odierna, i disturbi mentali sono in aumento. A dirlo è l’Oms(Organizzazione mondiale della sanità). Le patologie sono tante e tutte diverse tra loro, si va dalla depressione al disturbo di personalità. La depressione è, sicuramente, la malattia mentale più diffusa nel nostro secolo, anche a causa delle abitudini di vita che abbiamo fatto nostre. Le donne solitamente sono più colpite degli uomini anche se sta aumentando il numero di adolescenti colpiti. Disturbi mentali e condizioni neuro-psichiatriche sono tra le prime cause di disabilità mondiale, dove la percentuale è rappresentata al 10/15% da adolescenti. Le prime patologie si manifestano già a partire dai 14 anni, età che scende ogni anno che passa restituendo dati sempre più preoccupanti.

I sistemi sanitari, fino ad ora, non hanno risposto in maniera adeguata al problema. C’è ancora un divario troppo grande tra la reale necessità di trattamenti specifici e la reale offerta disponibile sul territorio. Ci sono però dei metodi che permettono di agire a monte, limitando la comparsa di questi disturbi. La medicina, negli ultimi anni, ha fatto enormi passi avanti e sono anche nate figure professionali in grado di dare aiuto concreto ai soggetti più fragili, andando ad agire sul miglioramento delle loro vite.

Un’aiuto dalla Mindfulness

Mindfulness è un termine inglese che significa “consapevolezza”. Non la consapevolezza che siamo abituati a pensare ma un concetto più profondo, si riferisce ad un’esperienza diretta. Mindfulness vuol dire prestare attenzione con intenzione, al presente e senza giudicare. In parole brevi, allenare la propria Mindfulness significa prendere consapevolezza del proprio qui e ora.

La Mindfulness non è una tecnica di rilassamento, anche se molti purtroppo scambiano le due cose. La prima infatti, è un’attitudine che si sviluppa con una meditazione che deriva da precetti del Buddhismo, con l’obiettivo finale di portare l’attenzione del soggetto in modo non giudicante verso il presente. Esistono inoltre, diversi protocolli di trattamento psicologico, basati su questa tecnica, che sono stati sviluppati e validati in ambito clinico, facendo riscontrare notevoli miglioramenti in patologie legate alla salute mentale.

La Mindfulness è quindi una modalità di prestare attenzione, usata per risolvere un proprio malessere interiore. Permette infatti, di cogliere le motivazioni alla base di pensieri negativi che si scatenano nella mente del paziente e di padroneggiarli con consapevolezza. La maggior parte delle emozioni negative derivano da critiche che il soggetto pone verso sé stesso, rendendosi il proprio primo nemico e auto-sabotandosi. La tecnica della Mindfulness agisce proprio in questo punto, facendo mettere in discussione questi meccanismi che generano pensieri negativi.

Un’interessante definizione di Mindfulness è quella data da Shapiro nel 2006, che la vede comporsi di tre elementi fondamentali:

Atteggiamento: questa tecnica è ancorata a delle fondamenta attitudinali che includono in non giudizio, la fiducia e l’accettazione.

Attenzione: intesa come concetto molto ampio, focalizzata e sostenuta come capacità di spostare l’attenzione da un elemento all’altro.

Intenzione: ovvero intenzionalità a praticare e gestire l’attenzione.

A cosa serve la Mindfulness

La Mindfulness, essendo considerata una strategia psicoterapica, rappresenta un differente modo di “sentire” le cose e aumenta la consapevolezza di quello che siamo. I suoi obiettivi principali sono:

Sviluppare e allenare la concentrazione e la pazienza.

Prendere consapevolezza delle proprie emozioni e dei propri pensieri.

Osservare e capire le proprie modalità automatiche.

Gestire in modo efficace lo stress senza farci sopraffare.

Coltivare una modalità di approccio non giudicante.

Imparare a scegliere la risposta più efficace.

Riuscire a prendersi cura di sé stessi nel giusto modo.

Come funziona la Mindfulness

Il training Mindfulness si basa su: tecniche di meditazione, sviluppo di una Beginner’s mind e imparare a guardare l’esperienza come se fosse la prima volta. Molte delle tecniche utilizzate in questo approccio arrivano dall’Oriente e gli approcci predominanti utilizzati sono: il MBSR(mindfulness-based stress reduction), il MBCT (mindfulness-based cognitive therapy), il DBT(dialectic behavior therapy), e l’ACT (acceptance and commitment therapy).

Mindfulness-based stress reduction

È un programma che, attraverso la mindfulness, aiuta le persone che soffrono di problemi esistenziali e altre particolari condizioni, a vivere meglio. Si tratta di un mix di meditazione, Yoga e consapevolezza del corpo. L’intento è anche quello di ridurre gli effetti dello stress nocivo cronico, riconoscendo i casi di attivazione del meccanismo della reazione di attacco o fuga.

Mindfulness-based cognitive therapy

Questo protocollo va ad aiutare le persone che soffrono di periodi depressivi e di infelicità cronica, attraverso strumenti che permettano di affrontare questi disturbi nel momento in cui si presentano. L’approccio MBCT aiuta a non ricadere nella depressione appena se ne esce, aiutando il paziente a limitare l’uso di psico-farmaci. Può ridurre l’intensità dei sintomi che appaiono in depressione e dei BDI (Back Depression Inventory) nei soggetti farmaco-resistenti.

Dialectic behavior therapy

La DBT serve a trattare il quadro di sintomi legato alla presenza di disregolazione emotiva. Utilizza una serie di tecniche orientate a creare una sintesi tra accettazione e cambiamento. Va a lavorare sulle strategie cognitivo-comportamentali orientate al cambiamento dei pensieri che alimentano la sofferenza del soggetto. Questa tipologia di terapia è individuale e prevede anche una partecipazione ad un training di abilità in gruppo e al coaching telefonico.

Acceptance and commitment therapy

L’ACT è una forma di psicoterapia moderna che ha l’obiettivo di modificare il rapporto che il soggetto stesso ha con i suoi pensieri non funzionali. Il processo di cui si avvale questa tecnica è definito come defusione cognitiva, con cui i pazienti diventano in grado di fare un passo indietro e osservare la propria narrazione del sé. Tra tutte è la tecnica più faticosa.

A chi è rivolta la Mindfulness

La mindfulness è consigliata a tutti. In particolar modo a chi ha bisogno di gestire eventi stressanti o ha indicazioni cliniche specifiche per attacchi di panico, ansia e malattie croniche di disagio emotivo. È utilissima quando si devono affrontare situazioni traumatiche come lutti, perdite, licenziamenti o separazioni.

Dal sito: ilbosone.com

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