mercoledì 17 giugno 2020

Ansia, depressione, rabbia: epidemie post lockdown?



Una notizia che rimbalza molto in queste ultime settimane, e che sta mettendo in allarme gli studiosi della salute mentale, è l’aumento dei disagi psicologici, a seguito del lockdown attuato per gestire l’emergenza sanitaria creatasi con il diffondersi del Covid 19.

Il Covid 19 ci ha messo tutti in contatto con le nostre vulnerabilità individuali, relazionali, familiari, economiche, di salute, tra queste:

  • la paura del contagio
  • la separazione dai propri cari
  • la perdita della libertà
  • l’incertezza rispetto al futuro
  • la noia
  • la convivenza forzata.

Se per alcune persone, entrare a contatto con le proprie vulnerabilità, è stata un’occasione per fortificarsi, cambiare qualche aspetto della propria vita precedente, rivedere le proprie abitudini individuali, relazionali e/o familiari, diventare più saggi; molti studi rilevano come per tante persone l’emergenza che abbiamo vissuto e che stiamo ancora vivendo può avere diversi effetti psicologici negativi, tra cui confusione, ansia, depressione, irritabilità, rabbia, sintomi da stress post traumatico.

Il Covid 19 potrebbe favorire il diffondersi di un’altra epidemia, non medica, ma psicologica.

Per alcuni il periodo della quarantena è stato un tempo ritrovato. Un’occasione per liberarsi dalla frenesia della vita quotidiana e ritrovarsi, per ritrovare hobby dimenticati da tempo, riscoprire nuove risorse interiori, dedicarsi alla realizzazione di quel progetto tanto desiderato, curare le relazioni con i propri cari. E’ stato un momento arricchente per se stessi, un’occasione, come ho detto sopra, per fortificarsi e affrontare il post quarantena con una vitalità nuova.

Per molti, tuttavia, ritornare alla normalità, non è facile.

La crisi che ci ha coinvolto interferisce con la nostra comprensione del mondo, facendo vacillare le certezze precedenti e la fiducia nei sistemi sanitari, economici, educativi. Il coronavirus ha coinvolto tutti e ha portato a confrontarsi con il senso di impotenza sulle nostre vite e sul mondo. La fase 2 di questa emergenza sanitaria, inoltre, ha come caratteristica l’incertezza sul futuro e ci rende difficile programmare la nostra vita. Tutti questi aspetti generano angoscia.

In questo periodo, molte persone sono costrette ad affrontare il tema della perdita. La perdita dei propri cari, avvenuta in momento storico particolare che a causa delle restrizioni non ha permesso di dare l’ultimo saluto alla persona cara o di radunarsi con gli altri per condividere il proprio dolore. Aspetti essenziali nel lutto e possono rendere difficoltosa la sua elaborazione.

Il lento ritorno alla normalità, tanto desiderata durata il lockdown, non è così semplice.

Il coronavirus ci ha portato a fare i conti anche con la perdita di occupazione, la perdita dovuta al calo lavorativo. In alcuni casi bisogna fare i conti con lo sconvolgimento finanziario e con la ripresa di un’attività lavorativa molto compromessa, e questo genera inevitabilmente ansie, preoccupazioni, maggiore irritabilità.

Se la vita di prima era improntata più sul senso del dovere, era caratterizza da stress, difficoltà relazionali, il lockdown può aver rappresentato uno stacco benefico che ha aumentato i momenti di piacere quotidiani. In questi casi riprendere i ritmi di vita di prima, può generare un senso di insoddisfazione, di malessere, se non addirittura di ansia o rabbia, dovuto al doversi riadattare ad una realtà che si tollera poco, nella quale ci si sente “stretti”, incastrati.

Per altri, invece, il periodo del lockdown è stato un periodo pesante, che non ha permesso di contattare le proprie risorse, tutt’altro, li ha messi di fronte ad aspetti di sé e della propria vita che tendevano ad evitare, grazie anche allo stile di vita che conducevano prima che non li portava mai a fermarsi, a riflettere e ad ascoltarsi. Possono essersi “scoperchiate” paure, rabbia, difficoltà, rancori, solo apparentemente dimenticati.

Cosa possiamo fare?

“La vita è ciò che ti accade mentre sei impegnato a fare altri progetti”. (John Lennon)

Questa espressione di John Lennon rappresenta un po’ quello che è accaduto a tutti noi a seguito dall’emergenza del COVID 19: ognuno intento nel realizzare il proprio progetto di vita, i propri obiettivi, i propri sogni si è ritrovato a vivere in una realtà surreale in un tempo sospeso, in cui ci si deve confrontare con le proprie fragilità e il proprio senso di impotenza di fronte gli imprevisti che possono accadere.

Soltanto ripartendo da noi, dall’ascolto e dall’accettazione delle nostre emozioni, anche quelle spiacevoli, normali da vivere in questa situazione, soltanto ripartendo dai nostri obiettivi, riadattandoli in maniera concreta alla situazione attuale, potremmo riacquistare un nuovo equilibrio in una situazione dagli esiti ancora incerti.

Nei casi, tuttavia, in cui si è travolti dalle emozioni, non si riesce a stabilire nuovi obiettivi, né a riadattarli alla situazione, è opportuno chiedere aiuto, se necessario anche un supporto psicologico, prima che la situazione si comprometta ulteriormente.


Dal Sito: benessere4u.it

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