A Natale siamo tutti più buoni, così si suol dire.
Essere più buoni però non significa permettere a chi ci circonda di invadere il nostro spazio (fisico ed emotivo); le festività pertanto rappresentano una grossa sfida per chi fa fatica a contenere le richieste e le aspettative dei propri cari e ne teme il giudizio.
Per questo è importante imparare a mettere dei confini a protezione del proprio Sè, mantenendo comunque il rispetto per l'Altro.
Mettere un confine non significa essere egoisti.
"Confine" è una parola a cui siamo abituati a dare un'accezione negativa: ci evoca subito scenari di guerra, imposizioni, dittature... in questo contesto intendiamo il confine come una protezione della propria integrità emotiva, con aperture modulate a nostra scelta in base al momento, alla persona e al tipo di richiesta. Le personalità che tendono a dipendere molto dall'altrui giudizio non hanno il controllo di questi "cancelli", delegandolo a ciò che gli altri pensano di lui/lei.
Essere sempre e comunque disponibili può contribuire a dare una buon impressione di sé ma alla lunga è una strategia logorante: ci si fa plasmare dalle aspettative e dal pregiudizio.
Porre un confine e fare delle scelte non significa essere egoisti perché è solo amando se stessi che si impara ad amare in maniera "sana" e matura l'Altro. Si è amabili e degni di amore anche se a volte si dice un "no", si chiede aiuto o si delega.
Il perfezionismo delle feste.
Chi insegue il giudizio altrui ha anche una certa tendenza al perfezionismo: vuole essere sempre inappuntabile in modo da prevenire eventuali critiche (anche su aspetti che nessuno noterebbe mai). Durante le festività questa tendenza è esacerbata: i "devo" sulla lista delle cose da fare aumentano e sono categorici. Che si tratti di regali, pietanze da cucinare, persone da contattare o parti della casa da sistemare e addobbare, l'importante è essere sempre perfetti e fare ciò che "tutti si aspettano". Questo è uno dei motivi perché molte persone, trascorse le festività, si sentono più stanche di prima.
In questo caso i confini sono autosabotati dalla propria tendenza all'autocriticismo ed è come se non ci fossero.
Qual è il prezzo da pagare per essere sempre perfetti? Si è amabili e degni di amore anche se la casa non è pulita alla perfezione, non si sono fatti regali costosi a tutta la famiglia, non si cucina un pranzo da dieci portate o se si brucia una teglia di biscotti.
A Natale dobbiamo essere per forza felici?
Non per tutti le festività sono un momento di gioia. C'è chi ha perso un proprio caro, chi è alle prese con un momento difficile e chi semplicemente non ama questo periodo a prescindere. Le emozioni negative esistono e hanno la loro dignità; si tende a reprimerle per non essere considerati dei guastafeste.
Ha senso fingere gioia? La risposta è personale. C'è chi si fa forza per i figli, per il partner e la famiglia. Anche qui bisogna abbandonare il perfezionismo: fare ciò che si sente, nella misura in cui si riesce. Si è amabili e degni di amore anche se si sta attraversando un brutto momento, non si vuole festeggiare e non si sente lo spirito natalizio.
Il regalo migliore che possiamo farci a Natale è (ri)scoprire l'Amore per noi stessi, quella sana autostima che ci permette di avere fiducia nelle nostre scelte e ci fa sentire liberi dai pregiudizi propri e altrui.
Dal Sito: psicologionline.net
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