Dentro di noi qualcosa è cambiato irrimediabilmente. Non siamo più gli stessi e nonostante tutto, ci sforziamo di farci andare bene la vita di prima, anche se ci sta stretta. È come se l’esterno non combaciasse più con l’interno: non è più come prima. Ma noi continuiamo a credere che passerà, che il nostro vecchio modo di essere si adatterà col tempo a quello che siamo diventato, o meglio, a come ci siamo forgiati perché sono stati i colpi duri della vita a trasformarci in quel modo.
E se smettessimo di insistere? Forse è tempo di buttare via quella vecchia vita nella quale ci sentiamo così scomodi, estranei, ed aprirci a qualcosa di nuovo che sia più consone a ciò che siamo ora. Potremmo accogliere la nostra metamorfosi e lasciar andare il passato, una volta per tutte. Dopotutto, se siamo rinati come farfalle, perché dovremmo continuare a strisciare a terra se ci siamo guadagnato le ali?
Ogni grande crisi ti cambia per sempre
I momenti drammatici della nostra vita come i lutti, le separazioni, i traumi, ci cambiano profondamente; non siamo più gli stessi dopo averli vissuto. Segnano a tutti gli effetti un prima e un dopo nella nostra vita. Ma se non siamo più gli stessi dopo di loro significa che abbiamo lasciato una parte di noi indietro; come se per uscire da quella crisi avessimo dovuto pagare un pegno. Quel prezzo da pagare era una parte di noi.
“Quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla.”
(Lao Tzu)
Per uscire dal dolore, dobbiamo lasciare andare, separarci da una parte di noi, lasciarla morire; finiamo allora per fare il lutto di noi stessi, come il bruco che diventa crisalide e si rinchiude nel buio del suo bozzolo, si isola dal mondo, non ne vuole più sentire parlare. Si tratta del necessario spazio vuoto, né passato né futuro, che permette la metamorfosi. Una parte di noi muore, ma un’altra rinasce.
Per nascere, la farfalla deve dimenticare di essere stata un bruco perché ora è un essere totalmente diverso. Se continuerà a strisciare e nutrirsi delle cose del passato, morirà, e questa volta sarà una morte reale e definitiva e non più il preludio della metamorfosi. Viviamo allo stesso modo: se dopo essere cambiati ci aggrappiamo al passato, sforzandoci di vivere nello stesso modo quando interiormente sappiamo di non essere più gli stessi, ci feriremo a tal punto da spegnere il nostro naturale impulso evolutivo. Andremo contro la nostra natura e perderemo il significato della nostra vita.
Durante la tua metamorfosi sviluppi i tuoi “super-poteri”
“Psiche, anima in greco, significa anche “farfalla”. Nasciamo con un bruco di anima, il nostro lavoro è dargli ali e volo.”
(Alejandro Jodorowsky)
È durante la sua fase intermedia che la creatura, non più bruco e non ancora farfalla, sviluppa il suo “super-potere”: quella capacità/abilità che era presente solo in potenza dentro di lei. È questa fase di chiusura, di morte simbolica, che la spinge a manifestare un’abilità nuova che era in realtà una sfaccettatura della sua personalità che aveva bisogno di essere liberata.
Il “super-potere” dell’ex-bruco sono le sue ali, ciò che fa di lui una farfalla; per una persona che è caduta molte volte, potrebbe essere la resilienza, ciò che fa di lei una guerriera; per chi ha perso una persona importante nella sua vita, potrebbe essere la capacità di riconoscere il valore di ogni singolo secondo passato con chi ama, ciò che la rende una persona profondamente saggia. Possono essere molti gli esempi di “super-poteri” che qualcuno può sviluppare in seguito ad una crisi importante.
Ogni persona che giunge alla rinascita è un essere nuovo in possesso di un’abilità particolare che segnerà il resto della sua vita.Tuttavia, occorrerà abbandonare la vecchia vita per poter abbracciare quella nuova.
Aggrapparti al passato crea dolore e sofferenza
Il dolore ci cambia sempre ed è importante accettare il fatto che ciò che è stato rotto non tornerà mai più come prima, e questo non è né bene né male, è solo naturale. Se rompo un piatto in due, per quanto io mi sforzi di ripararlo, dovrò riconoscere che non tornerà esattamente uguale, anche se sublimo simbolicamente, come nell’arte del Kintsugi, i suoi pezzi rotti.
Accettando il cambiamento, accogliamo la rinascita, ma se ci aggrappiamo al passato, impediamo che questo processo naturale avvenga; forzando la nostra energia ad agire verso il passato, blocchiamo il flusso naturale della vita che vorrebbe portarci avanti e creiamo una sorta di vortice dal quale sarà poi difficile uscire. Lasciar andare il passato ci permette di tornare nel flusso naturale della nostra vita e crescere come persone, o meglio, ci permette di rinascere. Ed è forse questo il più grande insegnamento delle farfalle: la metamorfosi.
“Ma la suggestione delle farfalle non nasce solo dai colori e dalla simmetria: vi concorrono motivi più profondi. Non le definiremmo altrettanto belle se non volassero, o se volassero diritte come le api, o se pungessero, o soprattutto se non attraversassero il mistero conturbante della metamorfosi: quest’ultima assume ai nostri occhi il valore di una messaggio mal decifrato, di un simbolo e di un segno.”
(Primo Levi)
Sandra “Eshewa” Saporito
Autrice e operatrice in Discipline Bio-Naturali
Dal Sito: eticamente.net
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