martedì 19 novembre 2019

Attacchi di panico: da dove arrivano e come fare per superarli


Dieci milioni di italiani hanno sperimentato almeno una volta nella vita cosa significa vivere un attacco di panico. Vi spieghiamo cosa sono, da dove arrivano e come potete ritrovare la serenità

Cos’è l’attacco di panico?

Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-V), il Disturbo da Attacchi di Panico fa parte dei Disturbi d’Ansia.

Colpisce prevalentemente il sesso femminile tra i 18 e i 25 anni, tanto che in questa fascia circa il 33% dei giovani ha sperimentato i sintomi del panico. Non solo giovani ma anche donne e uomini di qualsiasi età possono esserne colpiti e dopo che accade il primo attacco di panico, niente è più come prima. Si stima che la seconda fascia di età più colpita sia quella che parte dai 44 e arriva ai 55 anni, è in prevalenza di genere femminile ma è in crescita anche tra gli uomini soprattutto se professionisti di alto livello.

Quando arriva il primo attacco di panico succede letteralmente il panico. La mente va in tilt, non si riesce a ragionare razionalmente, si crede di morire o di stare per impazzire. Fisicamente si fa fatica a respirare, ci sono tremori interni ed esterni, vertigini, formicolii diffusi agli arti, ci possono essere dolori al torace e il cuore sembra impazzito tanto da voler uscire dal petto. La sensazione è quella di essere avvolti da una nube nera che schiaccia il petto e non andrà mai via. L’attacco di panico dura dai 5 a un massimo di 20 minuti, si conclude spesso con un pianto liberatorio e con un ritorno graduale alla realtà. La sensazione che lascia è di profonda stanchezza fisica e di forte ansia.

L’attacco di panico può essere un caso isolato dovuto a difficoltà momentanee oppure può ripetersi con una forma variabile, nei casi più gravi possono essercene anche più al giorno. Perché sia diagnosticato un vero e proprio Disturbo da Attacchi di Panico, almeno un attacco per almeno un mese dovrà essere caratterizzato da una persistente preoccupazione che possa riaccadere in futuro o da un significativo e disfunzionale cambiamento nel comportamento in cui il soggetto ad esempio comincerà a evitare le situazioni percepite come pericolose.

L’attacco di panico viene percepito come una mina vagante che colpisce nei momenti in cui si è più tranquilli, quando non ci sono situazioni di particolare paura ed è proprio questo che terrorizza e paralizza. L’attacco di panico ruba la serenità.

Da dove arrivano?
La prima domanda a cui una persona pensa dopo i primi attacchi di panico è cosa sta succedendo e da dove arrivano queste terribili sensazioni che sta provando. Si ripercorrono gli ultimi eventi di vita e a parte qualche giorno di stress o qualche evento poco piacevole, non sembra sia successo niente di particolarmente rilevante. Il primo attacco può anche arrivare in un momento di forte stress come lutto o malattie che non riusciamo a gestire in altro modo. All’inizio si da tutta la colpa a quel fatto ma mano a mano ci si rende conto che l’evento negativo sta passando mentre il panico rimane. Succede perché, quando arriva l’attacco di panico, il corpo e la mente sono già arrivati al punto di saturazione più alto. Probabilmente avete accumulato silenzi, avete messo da parte troppe volte quel dolore tanto forte quanto pericoloso, avete tappato la bocca a emozioni che non sono mai sparite. Sono rimaste dentro di voi, sono diventate più forti ogni volta che le avete ignorate o soffocate e adesso l’unico modo che hanno per farsi sentire è urlare in questo modo così dirompente e faticoso da accettare. State tranquilli, è normale che non abbiate idea di cosa c’è sotto, è fisiologico che non sappiate quali emozioni sono state trascurate. Se così non fosse non avreste vissuto l’attacco di panico. Adesso però è il momento di dargli una voce.

Come fare per superarli?
Aspettare che il periodo passi non funzionerà. Forse per qualche tempo starete bene ma poi gli attacchi torneranno o si trasformeranno in altre forme altrettanto devastanti. Quello che dovreste fare è evitare che ricapitino e che possano tornare a scatenare la paura. Esistono terapie farmacologiche per curare il Disturbo da Panico ma seguite questa strada solo se consigliata da un professionista di riferimento come uno psichiatra. In ogni caso alla terapia farmacologica andrebbe affiancato un percorso psicoterapeutico atto a scoprire il malessere profondo che si cela dietro queste manifestazioni. Vi verranno insegnate tecniche per gestire gli attacchi e per fare in modo che non facciano più così paura mentre in parallelo si lavorerà su tutti quei pensieri disfunzionali che il panico ha creato. A poco a poco ritornerete a sentire di poter gestire quello che vi succede. Mentre gli attacchi di panico si diraderanno, imparerete a scoprire voi stessi. Darete voce alle vostre emozioni, farete pulizia di pensieri negativi e capirete che gli attacchi di panico, così come l’ansia generalizzata, arrivano per due motivi: salvarvi la vita e farvi rinascere.


ELISA CASTELLANO
Dal Sito: vanityfair.it 

12 commenti:

Ale ha detto...

Buongiorno a voi, vi leggo sempre, anche su FB. Voglio dire solo la mia esperienza, ma senza polemiche.... Chi ha scritto questo articolo non ha mai provato un attacco di panico, nè crisi d'ansia continue, perchè nonostante terapie ed infiniti percorsi psicoterapeutici, non è così facile uscire da questo incubo. Ho 60 anni e da 40 sto male, una vita.......

Elisabetta ha detto...

Ciao Ale, grazie che ci segui sempre. Sicuramente questo articolo è generalizzato, magari a chi ha disagi minori. Un abbraccio

Unknown ha detto...

Non smetterò mai di Consigliare di Fare Sport....superare i propri limiti aiuta mentalmente tantissimo...e Aiuta a Fogarsi....

http://lamiavitadentroaldap.blogspot.com/ ha detto...

Verissimo

Anonimo ha detto...

Ti capisco, io come te

Anonimo ha detto...

Anche a me non passano…

Anonimo ha detto...

La mia vita è stata sconvolta dal primo attacco di panico.e sono 30 che soffro di wuesto disturbo. Tutte belle ma senza soluzioni. parole

Anonimo ha detto...

Secondo me invece la causa scatenante è propio questo, voler superare i propi limiti. Pensare sempre di farcela. Per quanto mi riguarda penso che se sono in questa situazione è perché sia io che glu altri hanno sempre pensato che io sono capace di fare tutto, di sostenere e aiutare tutti, e da sola.

Anonimo ha detto...

Io ci soffro da quasi da un anno finita in ospedale per causa malattia ho assistito alla morte di mio fratello Leonardo il 18 aprile e il 7 giugno scopri che mia sorella ha un tumore mi sono messa a lavorare il mio cervello è stanco la paura il panico arriva quando ho troppe cose da fare e qualcosa fatta sistematicamente salta
Vorrei guarire
Non riesco a dimenticare nulla però fino a che non lo vivi non si crede inoltre non piano mai aiutatemi con dei consigli

Anonimo ha detto...

Mi chiamo Gessica non riesco a piangere mai

Anonimo ha detto...

È verissimo,solo chi effettivamente ha questo problema può capire,altrimenti non si rendono conto della sofferenza che si ha quotidianamente.

Anonimo ha detto...

Confermo tutto,io ho seguito tutti questi passaggi,prima cura psicologica per due anni ed esercizio di respirazione per imparare a calmarmi,poi in seguito a un lutto al quale ho assistito in prima persona a una morte improvvisa ,sono ricorsa allo psichiatra e oltre a questo ho iniziato a fare quigong e devo dire che ora posso dire di stare molto meglio