venerdì 13 novembre 2020

Sospesi



Eh già, la sensazione è proprio quella di essere sospesi…

Alcuni la chiamano ansia da limbo, altri ansia da sospensione ma la sostanza non cambia.
Ci manca l’idea del futuro.
Siamo tutti in attesa, con la percezione del limite di non poter contare sulla nostra attitudine più allenata: progettare il futuro.

Siamo di fronte ad una nuova tipologia di stress che da acuto sta diventando cronico e per il quale è stata anche coniata una definizione ad hoc: stress da pandemia.
Uno “…stress individuale comunitario non convenzionale, sospeso, subacuto, persistente di una situazione stressante perdurante e perturbante…”(Biondi & Iannitelli,2020).
Quindi una condizione del tutto nuova se messa in relazione a quanto già conosciuto e definito nella pratica clinica.

Dicevo siamo sospesi tra l’emergenza passata e la prospettiva di un nuovo lockdown.
E la sensazione di smarrimento ci pervade: siamo in presenza di qualcosa che mentre colpisce il presente sentiamo che sta dissestando il nostro futuro.

Ma se non possiamo cambiare gli eventi, possiamo decidere come reagire.
Vulnerabilità non vuol dire impotenza e meno che mai passività!

Lo strumento adattativo per eccellenza è la mente.
Dobbiamo contare su questa preziosa alleata. È lei che orienta i nostri pensieri.
E i nostri pensieri possono essere tossici, di scarsa qualità, negativi per il nostro benessere mentale. Sono tossici quando insinuano dubbi, aspettative negative, futuro catastrofico.
La linfa ai pensieri tossici arriva dalla cosiddetta infodemia e cioè un surplus di informazioni contraddittorie, angoscianti, che vengono rimbalzate da una trasmissione all’altra per tutta la giornata, la stessa brutta notizia che ripetuta all’infinito diventa un insieme di brutte notizie e, nel replicarsi, diventa estremamente contagiosa.

L’antidoto a tutto questo? Invertire la produzione da pensieri tossici a quelli utili, di ottima qualità e per questo salutari per il nostro benessere.
Sono quelli che ci orientano al realismo, alla coerenza, alla flessibilità; gli elementi della resilienza essenziali per gestire questo insidioso stress da pandemia.

Realismo, coerenza e flessibilità devono diventare il nostro navigatore.
Il realismo ci aiuta ad ritrovare la strada nella giungla delle contraddizioni che caratterizzano le informazioni distribuite dai media.
La coerenza ci aiuta a comprendere la situazione ed usare le risorse personali.
Comprendere la situazione ci aiuta a mettere in campo strategie costruttive utili a fronteggiarla.
La flessibilità infine favorisce l’adattamento alle regole restrittive ed alle limitazioni che esse impongono.

“se comprendo cosa accade posso affrontarla, 
se posso affrontarla mi sento in grado di gestire le difficoltà”.

I pensieri utili da coltivare sono quindi legati alla consapevolezza di:
saper riconoscere cosa è verosimile e cosa non lo è,
riuscire a sottrarsi all’infodemia
poter influenzare la situazione, adottando comportamenti responsabili,
potersi impegnare ad affrontare la quotidianità,
confidare nelle proprie risorse e resistere.

È importante vivere il presente, un giorno alla volta, prendendone il meglio. Provate ad aprire la finestra, uscire sul balcone oppure fare due passi ma utilizzando i cinque sensi: guardate, ascoltate, annusate l’aria, provate a sentire il peso del corpo sui vostri passi, toccate l’aria che vi circonda tenendo le mani aperte mentre camminate… Sperimentate questo semplice esercizio  per rimanere nel presente, alleggerire e ricaricare la mente di energia.

Per fronteggiare lo stress da pandemia, è necessario creare sane routine giornaliere di self care e potenziando le nostre abitudini quotidiane.
Avere cura di se vuol dire: mangia sano, muoviti più che puoi, cura il tuo aspetto esteriore, riposati, dedica il tempo che si è liberato da altri impegni a tutto ciò che hai rimandato, che non hai mai avuto il tempo di fare.

Fai quella telefonata, che rimandi da tanto tempo, ad amici e parenti.
La socialità è parte essenziale di noi e una chiacchierata, anche se a distanza, rappresenta quella condivisione emotiva, quel conforto sociale così importante per la regolazione emotiva dello stress.

Ma se tutto questo non dovesse bastare, ricordatevi sempre della psicologia.
Chiedere aiuto esprime coraggio e realismo, consapevolezza che i limiti, se affrontati adeguatamente, diventano i nostri margini di miglioramento, mai debolezza.

 

Dal Sito: nuoto.com

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