giovedì 25 gennaio 2018

L’ansia e i suoi effetti positivi: ecco la nostra migliore nemica-amica per la vita



Una delle componenti che non ci abbandonano mai durante il corso della nostra vita è l’ansia. Difatti, l’ansia comincia ad accompagnarci sin dalle prime disfatteche la vita ci mette di fronte, oltre che dalla più tenera età (le stime, infatti, parlano di un buon 15-20% di neonati i quali, essendo soggetti all’ansia, reagiscono molto più tempestivamente a stimoli nuovi), inducendoci, quindi, a stare in pensiero per qualsiasi cosa o persona che ci sta attorno. Per l’appunto, l’ansia è un fattore estrinseco, che non ci appartiene del tutto ma che acquisiamo dall’esterno. Lo scienziato Rollo May, a tal proposito, su goodreads.com ha dichiarato che l’ansia, nonché preoccupazione, agitazione eccetera, fa proprio parte della nostra vita e non può essere assolutamente evitata, se non con la pigrizia e l’insensibilità. Inoltre, alle sue origini, l’ansia proteggeva gli abitanti delle caverne da animali e vicini violenti.

Una volta superata la tenera età, si presume che i piccoli ansiosi dovrebbero trasformarsi in individui coscienziosi e sicuri di sé: non è affatto così. Invero, l’ansia è un ingrediente che si sviluppa in maniera diversa in ogni persona, tale che in molti considerano stati d’ansia veri e propri come forme di esaltazione per qualcosa. Secondo l’articolo pubblicato sul New York Times dal ricercatore Jerome Kagan, e riportato da Internazionale, l’ansia è uno stato d’animo che si differenzia anche a seconda: del grado d’istruzione, dell’aver frequentato l’asilo nido, dal fatto di avere un impiego stimolante o meno, e così via. Perfino Steven Pinker si è espresso sull’ansia, considerandola un coefficiente con cui misurarsi per tutta la vita e un perenne “problema” al quale trovare una soluzione.

Tuttavia, chi soffre eccessivamente di ansia non deve disperare. Come ogni cosa nella vita, infatti, anche l’ansia ha un lato positivo dalla sua parte. Lo stesso Jerome Kagan ha affermato che, durante la sua carriera, ha sempre preferito avere accanto collaboratori “ansiosi”, perché chi lo è tende a pensare e riflettere su tutto, senza tralasciare nulla. Per l’appunto, attraverso l’ansia si diventa realmente più responsabili e perfezionisti, spingendo a valutare attentamente i propri errori e a farne tesoro per non sbagliare in futuro. Percorre problemi e grattacapi varianticipando di gran lunga quelle che potrebbero essere, eventualmente, le conseguenze più o meno gravi di determinate scelte. Insomma, si dovrebbe cominciare a guardare all’ansia diversamente da ciò che, in realtà, si pensa di lei. È vero, nella stragrande maggioranza dei casi non ci lascia mai in pace, ma se raggiungiamo dei grandi successi lo dobbiamo anche a lei, la nostra migliore nemica-amica per la vita.

Anastasia Gambera

Dal Sito: www.vocidicitta.it

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