giovedì 11 gennaio 2018

STRESS E MALATTIE PSICOSOMATICHE: QUANDO IL CORPO SUBISCE LE EMOZIONI




Mal di testa, extrasistole, asma, aerofagia, sindrome dell'intestino irritabile, ipertensione arteriosa, attacchi di panico, nausea e vomito, dermatiti, torcicollo, impotenza, ma anche disturbi del comportamento alimentare: alla base ci sono spesso fattori psicologici, causati proprio dallo stress.

La reazione allo stress parte dal cervello, ma coinvolge poi l'intero organismo e ha lo scopo di rafforzare le nostre capacità di sopravvivenza, penalizzando spesso la qualità di vita. L'esempio più semplice sono le modificazioni fisiologiche a cui va incontro il corpo (tachicardia, aumento di frequenza del respiro o della pressione) quando una situazione esterna causa una reazione emotiva, come rabbia, paura o ansia.

La medicina psicosomatica, branca medica che mette in relazione mente e corpo, il mondo delle emozioni con il soma, è stata considerata una vera e propria medicina solo all'inizio degli anni ‘30, ma in questi anni ha fatto molta strada, malgrado la resistenza della medicina ortodossa. Secondo la concezione psicosomatica il sintomo accusato dal paziente è un messaggio dell'inconscio, che sceglie come organo bersaglio, quello raffigurante il problema (tachicardia-problema emotivo, dermatiti-rapporti interpersonali, dispepsia-difficoltà ad `ingoiare` alcune situazioni).

Tra i bersagli preferiti delle malattie psicosomatiche, che rappresentano una percentuale non indifferente di tutte le patologie, c'è sicuramente l'apparato gastrointestinale, sia negli adulti, sia nei bambini. Già in passato studi scientifici avevano dimostrato come essere perfezionisti e stressati renda più vulnerabili alla sindrome dell'intestino irritabile.

I disturbi più frequenti dell'apparato digerente? Dolori addominali diffusi, meteorismo, alterata funzionalità intestinale, diarrea o stitichezza, ma possono associarsi anche tachicardia, nausea e sudorazione. Una volta esclusa la diagnosi di patologie intestinali più serie (per esempio le malattie infiammatorie intestinali), bisogna individuare la causa emozionale scatenante, obiettivo che rende spesso indispensabile la collaborazione tra medico e psicologo.

Nei bambini a scatenare il disagio, può essere spesso l'inizio della scuola (ma anche un'interrogazione, una gara sportiva, compagni prepotenti), soprattutto quando quello che il bambino racconta è banalizzato o sminuito dai grandi. La perdita di appetito, il vomito, la diarrea o i dolori addominali ricorrenti, la stipsi o l'insonnia, possono essere quindi la spia di un disturbo di origine psicologica ed essere favoriti da uno stile di vita stressante, ovviamente dopo aver escluso sempre tutte le possibili cause organiche.

Il dolore o il fastidio addominale di origine psicosomatica hanno caratteristiche un po' diverse e meno definite di quello dovuto a cause organiche e possono aiutare nella diagnosi: il bambino spesso non è in grado di descriverne l'intensità, la frequenza e il tipo, le crisi dolorose non compaiono quasi mai di notte, mentre il dolore si alterna a periodi di completo benessere.

La sola terapia farmacologia può non bastare nei vari disturbi ed è fondamentale recuperare il rapporto medico-paziente attraverso una migliore comunicazione con il malato. Non a caso, è stato dimostrato come migliore è il grado di comunicazione medico-paziente, migliore è la risposta alla cura.

La terapia psicologica può aiutare a ridurre lo stato di ansia o depressione e a volte anche la percezione del dolore o del gonfiore, aumentando la capacità di affrontare i sintomi, ma soprattutto l'ansia e le emozioni troppo dolorose per poter essere vissute e che per questo non sono riconosciute e trovano una via di scarico nel soma. Possono servire anche semplici tecniche di rilassamento, utili per risolvere i disturbi e migliorare la qualità di vita, soprattutto in quelle persone con dolore esacerbato dallo stress.


di Brigida Stagno 

Dal Sito: www.milleunadonna.it

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