mercoledì 19 dicembre 2018

L'ansia? È tutta la vita che non viviamo

Quando arriva sembra sconvolgere l’esistenza, ma dietro il malessere profondo che procura c’è la vita che chiede di essere vissuta pienamente. Ci blocca e ci salva allo stesso tempo.

L’ansia è soprattutto un’emozione, uno stato che coinvolge tutta la nostra sfera emotiva. Tutti noi l’abbiamo sperimentata in molteplici occasioni. Si tratta di una reazione istintiva dell’organismo che produce uno stato di allerta, simile a quello dell’animale quando fiuta un pericolo e si prepara ad affrontarlo. Infatti, l’ansia e la paura sono emozioni del tutto normali: svolgono una funzione psicobiologica, ossia stimolano i comportamenti adattivi in risposta alle differenti situazioni. In tal caso, si parla di ansia funzionale. Quando invece l’ansia inizia ad essere eccessiva e frequente fino a diventare cronica e ad inficiare significativamente la vita in tutti i suoi aspetti, è detta disfunzionale o patologica. Il termine ansia deriva dal latino anxus e significa “stretto”. Si tratta, infatti, di una condizione psicofisica caratterizzata da sensazioni di costrizione, affanno e angoscia che induce le persone a bloccarsi di fronte a determinate circostanze e a provare forte impotenza, tensione, irrequietezza ed eccessiva preoccupazione per sé e per gli altri. Tra i sintomi somatici: palpitazioni, tremori, sudorazione, nausea, tachicardia, difficoltà respiratorie e variazioni della motilità gastrica e intestinale. L’ansia può essere definita inoltre una reazione fantasmatica, nel senso che si basa su vissuti, esperienze, convinzioni personali che non hanno, spesso, alcuna corrispondenza con la realtà. Quando siamo ansiosi, infatti, la nostra percezione delle cose è alterata: ciò che ci fa perdere il contatto con la realtà è la tendenza a proiettarci nel futuro. La persona ansiosa non sa stare nel presente, ma vive nell’attesa angosciosa di eventi, che immagina uguali agli eventi negativi del passato. Per questo, in psicoterapia, il primo e più importante intervento consiste nel riportare la persona nel presente. Ma qual è il significato dell’ansia? Dal punto di vista simbolico, l’ansia è tutta la vita che non viviamo. Quando l’ansia si affaccia, c’è qualcosa dentro di noi che cerca spazio per emergere, qualcosa che evidentemente non si può sopprimere senza ricadute: emozioni, sentimenti, desideri, libertà, energia, creatività e sessualità. Dentro ciascuno di noi ci sono infatti infinite possibilità, capacità e risorse che, se limitate, intaccano il nostro modo di essere. Quando vengono dunque bloccate? Quando vogliamo sempre sapere cosa fare e dove andare. Quando vogliamo programmare meticolosamente ogni cosa e tenere tutto sotto controllo. Quando viviamo nella dimensione della fatica, degli obblighi e dei doveri. Insomma, quando il nostro atteggiamento mentale trascura la nostra parte istintuale. Così l’ansia diventa il campanello per richiamare la nostra attenzione su questa energia vitale che viene sprecata e non vissuta e alla quale viene impedito di fluire liberamente. Ci blocca per salvarci. Ragionando in questo modo, l’ansia rappresenta l’unica via di espressione di un’esistenza sacrificata, che non richiede farmaci, bensì ascolto e profondo cambiamento. Siamo chiamati ad occuparcene, i farmaci da soli non bastano. Pertanto, diventa importante, se non ne vogliamo essere condizionati, che impariamo ad esprimere liberamente ciò che è dentro di noi. Non c’è niente di meglio che guardare i bambini per imparare a vivere senza farsi troppe domande e senza pensare eccessivamente. I bambini vivono, giocano, lasciano libere le loro energie di esprimersi, non si risparmiano e non cercano a tutti i costi di essere coerenti.

Tiziana Prencipe

Dal Sito: ilmattinodifoggia.it 

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