venerdì 3 maggio 2019

Ridi che ti passa: le ragioni organiche per le quali una risata fa diminuire paura, stress e dolore

Domenica 5 si celebra la Giornata dedicata al buon umore. Il cortisolo tenuto a bada da un gesto liberatorio

Antidoto alla paura e al dolore, apre le porte al buonumore e alla socializzazione. Stiamo parlando della risata che non sarà la migliore medicina, ma è un prezioso alleato del benessere psicofisico.


Diversi studi, infatti, suggeriscono che la risata ha il potere di contribuire al benessere psicologico e fisiologico. Può ridurre per esempio la percezione del dolore, aumentare la tolleranza allo stress e spazzar via la paura. Sembrerebbe infatti che la risata diminuisca i livelli di cortisolo (l’ormone dello stress) e favorisca il rilascio di endorfine che agiscono come una sorta di ansiolitico o antidolorifico.

Lo hanno riscontrato per esempio all’Ospedale pediatrico Meyer di Firenze studiando gli effetti della clownterapia sui piccoli pazienti. «Con la nostra attività di ricerca abbiamo dimostrato che con la terapia della risata, i clown dottori riescono a ridurre la tensione che assale le bambine e i bambini prima di un intervento chirurgico: hanno tipicamente paura dell’anestesia, si spaventano alla vista della mascherina e vivono momenti di tensione per la separazione dai genitori» spiega Laura Vagnoli, della Psicologia pediatrica del Meyer.

«La risata e l’allegria riescono a ridurre l’ansia con l’effetto tra l’altro di accrescere la collaborazione del piccolo paziente con il personale sanitario oltre a rendere meno necessaria la somministrazione di farmaci sedativi».

Anche studi successivi a quello del Meyer pubblicato nel 2005 sulla rivista Pediatrics hanno evidenziato effetti benefici della risata e dell’umorismo sull’ansia che il ricovero in ospedale comporta ai bambini (e ai genitori) contribuendo a fronteggiare meglio la situazione.

LA RISATA AIUTA A SOCIALIZZARE

Condividere momenti di gioia e ilarità, in altre parole ridere in compagnia, migliora il rapporto con gli altri (oltre che con se stessi).

«La risata del resto e l’umorismo in generale è un modo per comunicare ed entrare in relazione con l’altro. Attraverso la risata infatti esprimiamo il nostro stato d’animo – entusiasmo, gioia, ilarità, allegria – e possiamo influenzare positivamente le relazioni interpersonali predisponendo anche gli altri al buonumore e a rilasciare la tensione» puntualizza Vagnoli.

La risata insomma promuove la coesione sociale e può aiutare a instaurare nuove relazioni perché, come emerge da uno studio condotto all’University College London, una bella risata aiuta le persone ad aprirsi e a entrare in confidenza con il proprio interlocutore.

LA RISATA È CONTAGIOSA

E poi il buonumore è contagioso. Del resto il contagio emotivo innescato dalla semplice visione della mimica facciale del sorriso è presente anche nelle scimmie. E così per la maggior parte delle persone è difficile ascoltare o vedere qualcuno ridere e non sentire l’impulso di fare altrettanto, perché vengono attivate aree cerebrali che facilitano la risonanza emotiva.

Uno studio pubblicato nel 1989 sulla rivista Ethology ha evidenziato la natura sociale della risata riscontrando che un individuo ha fino a 30 volte maggiori probabilità di ridere quando è in compagnia rispetto a quando è solo. Tanto che secondo uno studio pubblicato su Current Biology le persone a più alto rischio di sviluppare comportamenti antisociali sono meno sensibili alle risate altrui di fronte alle quali in loro non scatta il cosiddetto contagio emotivo. «Del resto già nei bambini la mancanza di riso è indice di vuoto affettivo e di mancanza di sani contatti umani» puntualizza la psicologa del Meyer.

LA RISATA FA BENE ANCHE ALLA COPPIA

Ridere, al contrario, è una cartina al tornasole anche di una buona relazione di coppia secondo uno studio condotto da un team di psicologi della Martin Luther University Halle-Wittenberg. La risata gioca infatti un ruolo importante nel consolidare il rapporto e può essere indicativa del feeling tra i partner, soprattutto del livello di complicità e della condivisione di un simile senso dell’umorismo. Gli autori sostengono infatti che sapersi prendere in giro e ridere insieme l’uno dell’altro, in altre parole saper gestire battute e risate, è segno di una forte intesa. 

@simona_regina

Dal Sito: lastampa.it

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