sabato 13 aprile 2019

Le ferite dell’anima

Nella vita esistono gli imprevisti. Nessuno rimane tutto intero. E quando ci “aggiustiamo” creiamo cicatrici che restano per sempre.
Anche se, le cicatrici sono il segno del cambiamento, solo se impareremo ad amarle, queste ci renderanno persone migliori. Più forti.
Ci renderanno persone nuove.
Gli imprevisti ci fanno ritrovare fermi, immobili. Quasi come impantanati nel dolore. Ci fanno sentire non all’altezza, spaventati. Vulnerabili a tal punto che nel sentire il dolore che ci assale, le cicatrici ricominciano a sanguinare.
Basta un semplice pretesto.
Questo accade perché la situazione che stiamo affrontando ci riporta ad un antico trauma.
Ad una ferita emotiva. Una ferita invisibile che ha bloccato i processi di autoguarigione e di crescita.
Ma che cosa è un trauma? In psicologia per trauma si intende qualsiasi evento che una persona recepisce come stressante.
Eventi dolorosi, traumi relazionali, minacce all’integrità fisica o all’identità psicologica.
Se non superati in modo adeguato, ci accompagnano per il resto della nostra vita.
Le emozioni e le sensazioni corporee si bloccano.
Anche in assenza di condizioni pericolose, può accadere che si vivano le stesse sensazioni o le emozioni sgradevoli provate nel momento del trauma. Per esempio, chi ha avuto un incidente d’auto può continuare a essere a disagio ogni qual volta sale in automobile. O ancora, chi è stato umiliato per uno sbaglio e ha impresso dentro di sé questo evento, avrà paura di essere giudicato. Tutti abbiamo subito traumi.
Essere umiliati, lasciati, bocciati, perdere il lavoro o una persona cara. I traumi psicologici possono riguardare esperienze di trascuratezza o mancanza di rispetto o accudimento. Possono influire sui valori dell’individuo, sulla sua sicurezza, sull’autostima e sul senso di efficacia personale.
Paura intensa, sentimento di impotenza.
Rivivere l’evento con immagini, pensieri o percezioni. Al contrario, evitamento dei pensieri e delle sensazioni, evitamento dei luoghi, di conversazioni o attività che evocano ricordi del trauma.
Riduzione dell’interesse o della partecipazione ad attività significative.
Sentimenti di distacco o estraneità verso gli altri. Affettività ridotta, riduzione di prospettiva futura. Aumento dell’attivazione nervosa, difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno. Irritabilità o scoppi di collera. Difficoltà a concentrarsi. Ipervigilanza.
Senza rendercene conto, quasi automaticamente per difenderci dal dolore, tentiamo di non voler vedere le nostre ferite. Tentiamo ti non toccarle per paura che riprendano a sanguinare. Tentiamo di non affrontare le situazioni che le ricordano per la paura di soffrire. Ma il trauma rimane lì. Fermo dentro di noi. Può costituire uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo dei disturbi psicologici. Disturbi di ansia e disturbo post traumatico da stress. Può originare relazioni disfunzionali con sé stessi e con gli altri. Il lavoro terapeutico svolto con un esperto offre la possibilità di prendersi cura delle ferite invisibili che filtrano le emozioni e le sensazioni di paura, di ansia, di angoscia, di tristezza, di rabbia e i sensi di colpa.
Le nostre ferite fanno parte di noi, della nostra storia.
Affrontarle senza nasconderle aiuta a compensarle e trasformarle. Aiuta ad integrarle in noi. Aiuta a reinventare un modo personale per farci stare al mondo e magari osservare che da quelle cicatrici possono nascere parti nuove di noi. Possono nascere parti che ci rendono unici e speciali.

Dal Sito: senzalinea.it 

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