mercoledì 27 marzo 2019

Emozioni e diffidenza: come gli stati emotivi influenzano la nostra fiducia negli altri

Emozioni e fiducia: secondo uno studio, tendiamo a fidarci meno degli altri se stiamo provando delle emozioni spiacevoli, anche se causate da altri fattori.

Una ricerca dell’università di Zurigo e dell’Università di Amsterdam evidenzia che le emozioni spiacevolipossono ridurre l’abilità di fiducia verso gli altri, anche se queste emozioni sono state innescate da eventi estranei alla decisione di fidarsi.

Erica Benedetto

Non è un segreto che i sentimenti provati verso una specifica persona possono influenzare l’interazione e i livelli di fiducia.

Emozioni: come influenzano le nostre interazioni sociali

Per esempio, se un amico critica il nostro nuovo taglio di capelli e subito dopo ci chiede in prestito la macchina, è meno probabile che gli si dirà di si. Ma cosa succede se le emozionispiacevoli sono scatenate da eventi che non hanno nulla a che vedere con quella persona? Cosa succede, per esempio, se è il capo a criticarci e a urlarci contro subito prima che l’amico ci chieda in prestito la macchina? Nel campo della psicologia, queste emozioni sono chiamante “accidentali”, proprio perché innescate da eventi non relazionati alle nostre interazioni sociali attualmente in corso. E’ stato dimostrato che le emozioni accidentali si presentano quotidianamente nelle interazioni con gli altri, anche se non ne siamo pienamente consapevoli. A tal proposito, il presente studio si è posto come obiettivo quello di indagare se le emozioni negative accidentali possono, in qualche modo, influenzare i comportamenti di fiducia e quali potrebbero essere i network cerebrali associati alle interazioni sociali.

Emozioni spiacevoli e fiducia negli altri: lo studio

Per creare uno stato prolungato diemozioni spiacevoli, il team di ricerca ha usato un metodo ben strutturato noto come metodo di minaccia-shock, nel quale i partecipanti sono minacciati attraverso una sgradevole scossa elettrica, in quanto è stato dimostrato che, l’attuazione di tale minaccia, provoca negli individui un’ansiaanticipatoria. Nel frattempo, I soggetti hanno partecipato a un gioco di fiducia, consistente nel dover prendere decisioni circa la quantità di denaro da investire in un estraneo (l’estraneo aveva l’opportunità di ripagare in gesti o, in alternativa, di tenere tutto il denaro per sé).

Nell’esperimento, I partecipanti si sono mostrati meno fiduciosi nel momento in cui sperimentavano più ansia riguardo l’essere sottoposti a scosse elettriche, nonostante la minaccia fosse indipendente dalla decisione di fidarsi dell’estraneo. Durante lo studio, le risposte cerebrali dei partecipanti sono state registrate attraverso l’fMRI. Le immagini della risonanza magnetica hanno rilevato che la regione cerebrale più implicata nella comprensione delle credenze altrui, la giunzione temporoparietale (TPJ), era significatamente soppressa quando i partecipanti si sentivano minacciati, ma non quando si percepivano al sicuro. Inoltre, la connettività tra la TPJ e l’amigdala era soppressa in maniera significativa dalle emozioni difficoltose. In ogni caso, sotto condizioni sicure, la forza della connettività tra TPJ e altre importanti regioni cerebrali, come il solco temporale superiore e posteriore e la corteccia prefrontale dorsomediale, hanno predetto quanta fiducia i partecipanti riponessero negli altri.

Nell’esperimento, l’associazione tra l’attività cerebrale e comportamentale è stata neutralizzata nel momento in cui i soggetti hanno sperimentato ansia. I risultati mostrano che leemozioni spiacevoli impattano, in maniera significativa, sulle nostre interazioni sociali, specialmente sulla fiducia verso gli altri. Inoltre, lo studio rivela gli effetti sottostanti delle emozioni negative sui circuiti cerebrali: esse sopprimono i meccanismi neurali implicati nelle cognizioni sociali, i quali risultano importanti per capire e predire il comportamento altrui. In conclusione, le emozioni “negative” possono avere conseguenze sostanziali nel modo in cui ci approcciamo a livello sociale e interpersonale. Esse potrebbero addirittura distorcere il nostro modo di prendere importanti decisioni sociali, come per esempio il voto politico.

Dal Sito: stateofmind.it 

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