lunedì 23 settembre 2019

Il ritmo della respirazione influisce sulla memoria e le emozion


Respiriamo continuamente, naturalmente, ma non siamo pienamente consapevoli dell’importanza di farlo. In realtà, non respiriamo solo per prendere ossigeno, la scienza ha scoperto che l’atto di inspirare ed espirare influenza anche il funzionamento del cervello.

I neuroscienziati della Northwestern University hanno dimostrato, per la prima volta, che il ritmo della nostra respirazione genera un’attività elettrica nel cervello che può migliorare i nostri giudizi emotivi e la memoria. Questi effetti dipendono principalmente da se inspiriamo o espiriamo, così come se respiriamo attraverso il naso o la bocca.

Inspirare ed espirare influenza la nostra memoria e le emozioni

I neuroscienziati hanno scoperto questo effetto mentre analizzavano 7 pazienti con epilessia che stavano per sottoporsi ad un intervento chirurgico al cervello. Una settimana prima dell’intervento, un chirurgo ha impiantato degli elettrodi nel loro cervello per determinare l’origine delle crisi epilettiche. Ciò ha permesso di accedere ai dati elettrofisiologici e scoprire che i segnali elettrici registrati mostravano che l’attività cerebrale fluttuava con la respirazione, in particolare nelle aree in cui vengono elaborate le emozioni, la memoria e gli odori.

Questa scoperta casuale li ha portati a chiedersi se le funzioni cognitive associate a queste aree cerebrali, come l’elaborazione emotiva e la memoria, potrebbero essere influenzate dal ritmo della respirazione.

Quindi, progettarono uno studio a cui presero parte 60 persone, le quali si sottoposero a una serie di test mentre respiravano. I ricercatori scoprirono in questo modo che i partecipanti potevano identificare più rapidamente un volto che esprimeva paura quando inspiravano. Al contrario, se vedevano il viso mentre espiravano necessitavano di più tempo per riconoscere l’emozione.

Anche la memoria variava a seconda della fase della respirazione. Le persone potevano ricordare meglio un oggetto se lo vedevano mentre inspiravano, non quando espiravano. Tuttavia, queste differenze non sono state apprezzate durante la respirazione attraverso la bocca.

I ricercatori scoprirono anche che vi era una sostanziale differenza nell’attività cerebrale, nell’amigdala e nell’ippocampo, durante l’inalazione rispetto all’espirazione. Hanno scoperto che quando respiriamo, stiamo effettivamente stimolando i neuroni nella corteccia olfattiva e l’intero sistema limbico, che è il primo “passo” dell’elaborazione emotiva.

La respirazione, una strategia naturale per “sincronizzare” l’attività cerebrale

L’influenza della respirazione a livello cerebrale potrebbe spiegare il meccanismo alla base degli attacchi di panico. Quando una persona soffre di una crisi d’ansia, la sua frequenza respiratoria diventa più veloce, quindi passa più tempo a inspirare che a espirare. In questo modo, il cervello potrebbe essere molto più efficiente nel rilevare i segnali di pericolo. E questo è anche il motivo per cui possiamo controllare quella paura proprio attraverso la respirazione, inspirando ed espirando più lentamente. In questo modo inviamo al cervello il messaggio che tutto è sotto controllo e non è necessario mantenersi all’erta.

D’altra parte, questa scoperta potrebbe anche corroborare le antiche tecniche di meditazione buddista in cui viene data particolare attenzione alla respirazione. Tutto sembra indicare che, infatti, respirare lentamente e profondamente ci permette di sincronizzare le oscillazioni dell’attività cerebrale attraverso il sistema limbico. Quindi, ora lo sai: respira e fallo bene.

Dal Sito: angolopsicologia.com

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