Il Disturbo Narcisistico di Personalità che cosa è?
Il disturbo narcisistico di personalitàè un disturbo della personalità che si caratterizza per idee di grandiosità, costante bisogno di ammirazione e mancanza di empatia. L’atteggiamento dominante del narcisista è di difesa da potenziali ferite al proprio valore alle quali reagisce con senso di superiorità, arroganza e disprezzo, non prendendosi quasi mai la responsabilità delle proprie azioni (sottotipo overt) o sentendosi inferiore, vulnerabile alle critiche e spaventato dal confronto (sottotipo covert). Spesso le due facce coesistono, ma molti narcisisti possono mostrare più spiccatamente una delle due dimensioni.
Le persone narcisistiche possono essere eccitate da una situazione competitiva. La credenza “devo essere migliore degli altri” è attivata dall’urgenza di dimostrare la loro superiorità. Il soggetto narcisista sente la spinta ad accrescere il proprio status. Le persone con disturbo narcisistico di solito si rivolgono al terapeuta perché hanno ricevuto degli ultimatum sociali, un ribaltamento finanziario o altre minacce di umiliazioni, come la perdita percepita o reale dello status lavorativo, sanzioni disciplinari per comportamenti irresponsabili, di sfruttamento, aggressivi o di abuso di potere, la perdita della relazione con il partner o il figlio, o esiti negativi come la sospensione della patente, o altre infrazioni che derivano dalla grandiosità per cui “le regole non valgono per me”. Meno frequentemente, si rivolgono al terapeuta per mostrare se stessi, cercando attenzione e ammirazione e mancando sostanzialmente di voglia di cambiare.
La parola chiave per questo disturbo è “impulsività e instabilità”.
Le stime di prevalenza del disturbo narcisistico di personalità nella popolazione generale sono dell’1% e interessa principalmente i maschi e i paesi capitalistici occidentali.
Caratteristiche psicologiche del Disturbo Narcisistico di Personalità
È utile analizzare le caratteristiche psicologiche degli individui con disturbo narcisistico di personalità in termini di visione di se stessi e degli altri, credenze intermedie e profonde e strategie di coping (affrontamento).
Visione di se stessi: si considerano difettati, vulnerabili all’abuso, al tradimento, alla trascuratezza. “Sono cattivo”, “Non so chi sono”, “Sono debole e mi sento sovrastato”, “Non riesco ad aiutarmi”
Visione degli altri: sono capaci di vedere gli altri come calorosi e affettuosi ma li considerano comunque inaffidabili perché “sono forti e potrebbero essere di sostegno, ma dopo un po’ cambiare per ferirmi o abbandonarmi”
Credenze intermedie e profonde: “devo chiedere quello di cui ho bisogno”, “devo rispondere quando mi sento attaccato”, “lo devo fare perché devo sentirmi meglio”, “se sono solo, non sarò in grado di affrontare la situazione”, “se mi fido di qualcuno, questi prima o poi mi abbandonerà o abuserà e starò male”, “se i miei sentimenti sono ignorati o trascurati, perderò il controllo”
Strategie di coping: sottomettersi, alternare l’inibizione con una protesta drammatica, punire gli altri, espellere la tensione con azioni autolesive
Sintomi della personalità narcisistica. Come capire se una persona soffre di Disturbo Narcisistico di Personalità:
Per capire se una persona soffre di disturbo narcisistico di personalità devono essere riscontrabili cinque o più dei seguenti sintomi:
Idee grandiose di sé riassunte nella convinzione di meritare un trattamento speciale, di avere particolari poteri, talenti unici o di essere brillanti o attraenti, di dover frequentare persone altrettanto speciali o di status elevato
Fantasie di successo illimitato, potere, fascino, bellezza o amore ideale
Ritenere di non essere sufficientemente apprezzati e riconosciuti nel valore
Senso di vuoto e apatia nonostante eventuali successi
Richiesta eccessiva di ammirazione per le loro qualità speciali
Tendenza allo sfruttamento degli altri
Mancanza di empatia e quindi incapacità a riconoscere e identificarsi con i sentimenti e i bisogni degli altri
Sentimenti di disprezzo, vergona o invidia e atteggiamenti arroganti e presuntuosi
Quali sono le cause del Disturbo Narcisistico di Personalità?
Il disturbo narcisistico di personalità potrebbe essere causato da molteplici condizioni. La maggior parte delle ricerche sostengono l’idea che a causare tale sintomatologia concorrano fattori ereditari e ambientali.
Per quanto riguarda i fattori ambientali, alcuni autori sottolineano il ruolo chiave, nello sviluppo del disturbo narcisistico di personalità, di genitori che credono nella superiorità del futuro narcisista, che premierebbero solo le qualità in grado di sostenere l’immagine grandiosa di sé e che garantiscono il successo.
Altri autori, invece, ritengono che alla base del disturbo narcisistico di personalità vi sia un ambiente familiare incapace di fornire al bambino le necessarie attenzioni e cure, di riconoscere adeguatamente, nominare e regolare le sue emozioni, nonché di sostenere la sua autostima o i suoi desideri. Questo tipo di contesto disfunzionale tenderebbe a sviluppare l’idea di poter vivere facendo a meno dell’altro e di poter contare unicamente su se stessi.
Un’altra ipotesi è che un ambiente eccessivamente iperprotettivo danneggia la fiducia del bambino in sé o che un ambiente oltremodo permissivo e indulgente comunica al bambino un senso di superiorità.
Un’ultima ipotesi è che il bambino vittima di offese e umiliazioni, soprattutto da parte dei coetanei, potrebbe risolverebbe la continua minaccia all’autostima sviluppando un senso di sé grandioso.
Conseguenze del Disturbo Narcisistico di Personalità
Il disturbo narcisistico di personalità può compromettere la vita professionale, sociale e affettiva delle persone che ne soffrono: il narcisista, nel momento in cui non ottiene il riconoscimento che crede di meritare e di fronte a eventuali critiche può reagire con rabbia o vergogna. Inoltre, dato che lo statussociale ricopre un ruolo fondamentale per la sua immagine, spesso si lega a persone famose o speciali che gli forniscono importanza di riflesso, sviluppando rapporti opportunistici e superficiali.
Quando non ricevono risposte alle loro continue richieste di ammirazione, di trattamenti di favore e alla soddisfazione immediata dei loro bisogni a discapito dell’altro, i narcisisti possono divenire furiosi o mostrare disprezzo e distacco e, mancando di empatia, ricorrere alla manipolazione per raggiungere i propri fini fino alla messa in atto di comportamenti abusanti per ottenere il potere che pensano perduto. Gli altri potrebbero decidere di allontanarli, sentendosi sfruttati, manipolati e non rispettati nei loro bisogni, con conseguenti periodi caratterizzati da forte ansia e depressione, spesso l’unica motivazione che li spinge a cercare aiuto da un professionista.
Cura del Disturbo Narcisistico di Personalità
I soggetti con disturbo narcisistico di personalità non si rivolgono allo psicoterapeuta proclamando la loro grandiosità, unicità e superiorità. Quello che manifestano è, in realtà, un quadro più complesso, fatto di emozioni negative e, spesso, di disturbi sintomatici e problematiche comportamentali che sono fondamentalmente l’espressione del mancato soddisfacimento del loro desiderio primario di essere riconosciuti per il proprio valore speciale. Tutto quello che può compromettere lo stato desiderato di grandiosità e auto-efficacia, come per esempio il mancato riconoscimento in ambito professionale, la rottura di una relazione, la perdita di una gara o l’insuccesso scolastico viene interpretato dai narcisisti indicativo del loro fallimento e della loro inefficacia, con temi di vergogna, tristezza, paura e rabbia.
Si rivolgono spesso a uno specialista per quadri sintomatologici, come attacchi di panico o stati depressivi che scaturiscono dal fatto che la rappresentazione temuta di sé (sé difettoso, sé fallimentare) si sia affacciata alla loro coscienza e/o per l’abuso di alcol e di sostanze impiegate per ristabilire lo stato di grandiosità perso.
Tra i trattamenti di comprovata efficacia per la cura del disturbo narcisistico di personalità si può citare:
TERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE
La terapia cognitivo comportamentale del disturbo narcisistico di personalità è finalizzata al raggiungimento del benessere psicologico, relazionale e lavorativo della persona.
Dopo una prima serie di incontri di valutazione, il terapeuta restituisce il caso mostrando al paziente il personale funzionamento mentale (pensieri, emozioni, comportamenti) e quindi i pensieri e i comportamenti che gli generano sofferenza. L’obiettivo, in primis, è quello di sostituire tali pensieri automatici negativi con altri più adattivi e realistici utilizzano la tecnica della ristrutturazione cognitiva. Un tipico lavoro è quello sul “pensiero tutto o nulla” che consiste nella tendenza dei narcisisti a considerarsi o meravigliosamente superiori o completamente senza valore. La ristrutturazione di questa forma di pensiero non mette in discussione il valore del narcisistica ma lo aiuta a limitare le aspettative eccessive che ha su di sé e sugli altri e a sostituirle con convinzioni alternative più realistiche come per esempio: “Uno può essere umano, come chiunque altro, ed essere ancora unico”; “Posso essere contento di essere come gli altri, piuttosto che dover essere sempre l’eccezione”; “Le cose comuni possono essere molto piacevoli”. Lo stesso processo di identificazione e sostituzione vale per i comportanti disfunzionali, come per esempio eventuali acting out di rabbia, caratteristici del disturbo. Alla terapia prettamente cognitiva è infatti necessario, successivamente, affiancare tecniche comportamentali specifiche per migliorare le abilità sociali come la capacità di gestire la rabbia, di entrare in intimità con l’altro, l’espressione dei propri bisogni senza la necessità di utilizzare la manipolazione e l’empatia e quindi la capacità di riconoscere il valore e l’importanza dei bisogni e dei sentimenti degli altri.
SCHEMA THERAPY
La Schema Therapy, o più precisamente Schema-Focused Therapy, è un approccio integrato che combina aspetti della terapia cognitivo-comportamentale, esperienziale, interpersonale e psiconalitica in un unico modello di intervento. La Schema Therapy è stata sviluppata nel 1994 dal Dr. Jeffrey Young che all’inizio lavorava a stretto contatto con il Prof. Aaron Beck, il fondatore della Terapia Cognitiva. Young e i suoi colleghi si erano accorti che una parte di pazienti non beneficiava dell’approccio TCC Standard. Scoprirono che questi soggetti avevano pattern o temi ricorrenti e duraturi di pensieri, emozioni e comportamenti che richiedevano, quindi, nuovi strumenti di intervento. Young chiamò questi pattern o temi così radicati e profondi “schemi” o “trappole”.
Questi schemi funzionano come dei filtri attraverso cui gli individui mettono in ordine, interpretano e prevedono il mondo. Le persone affette da disturbi di personalità hanno sviluppato schemi maladattivi e, di conseguenza, gestiscono la loro vita meno bene. Secondo Young et al. (2003), questi schemi maladattivi si sono sviluppati precocemente come risultato dell’interazione tra fattori quali il temperamento del bambino, lo stile genitoriale della madre e del padre, e qualsiasi esperienza significativa e/o traumatica dell’infanzia. Gli schemi maladattivi precoci (SMP) riflettono i bisogni emotivi importanti del bambino rimasti insoddisfatti e rappresentano il tentativo di questo di adattarsi alle esperienze negative, ad esempio liti in famiglia, rifiuto, ostilità o persino aggressione o abuso da parte dei genitori, dei pari o altre figure significative, mancanza di affetto e amore, supporto o cura genitoriale inadeguata, ecc. Le origini primarie dei più gravi disturbi di personalità, quindi, secondo la Schema Therapy, sono i bisogni emotivi dell’infanzia non soddisfatti, in particolare quelli riguardanti il rifiuto e l’abuso.
L’obiettivo primario è proprio quello di aiutare i pazienti a far sì che i loro bisogni emotivi primari vengano soddisfatti in modo funzionale attraverso sani rapporti interpersonali. A tale scopo, sono utilizzate tecniche focalizzate sulle emozioni, tecniche cognitive, tecniche comportamentali e la relazione terapeutica. Attraverso il “limited reparenting”, il terapeuta cerca di soddisfare quei bisogni emotivi del paziente che non sono stati soddisfatti durante l’infanzia, rispettando i limiti sani di una relazione terapeutica.
La Schema Therapy si è rivelata efficace anche nel trattamento del disturbo narcisistico di personalità, specialmente nell’affrontare l’autoesaltatore e l’autoconsolatore distaccato, due modalità di coping presenti nei soggetti con questo disturbo.
TERAPIA METACOGNITIVA INTERPERSONALE
La Terapia Metacognitiva Interpersonale per la cura del disturbo narcisistico di personalità mira a migliorare il benessere dell’individuo partendo sempre dalla relazione terapeutica, ovvero creando un ambiente di fiducia e rispetto reciproco fra il paziente e il terapeuta che:
Promuove l’autoriflessività del paziente, ovvero la capacità di accedere agli stati interni (ad esempio, pensieri, emozioni) e di capire il nesso tra pensieri, emozioni ed eventi relazionali attivanti
Ricostruisce insieme a lui gli schemi Sé/Altro disfunzionali e sostituendoli con altri più adattivi
Riduce la tendenza del paziente a regolare le proprie scelte solo sulla base di valori o desideri finalizzati all’incremento dell’autostima
Promuove l’agency, ovvero far riscoprire al paziente ciò che gli piace
TRATTAMENTO FARMACOLOGICO
Le evidenze a favore di una terapia farmacologica per il trattamento del disturbo narcisistico di personalità risultano piuttosto scarse, fatta eccezione per i casi in cui si ricorre ad essa per il trattamento di stati di ansia sociale, ipocondria, depressione, stati di impotenza rabbiosa che il più delle volte motivano la richiesta di aiuto. Infatti, la terapia farmacologica non interviene sulle caratteristiche di personalità, ma può comunque essere molto utile per il trattamento delle eventuali conseguenze secondarie. In particolare, i farmaci che possono agire efficacemente sui fenomeni psicopatologici frequentemente associati al disturbo narcisistico di personalità sono gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), i farmaci anticonvulsivi, e gli stabilizzatori dell’umore.
Dal Sito: istitutobeck.com
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