mercoledì 4 dicembre 2019

IL SENSO DI COLPA





Il senso di colpa è un’emozione complessa, cioè deriva dall’interazione dell’individuo con il mondo esterno. Si sviluppa a partire dall’età pre-scolare, quando comincia a delinearsi il tema della morale. La morale è l’insieme di valori secondo cui le persone distinguono ciò che è giusto da ciò che è sbagliato secondi principi religiosi, etici e giuridici.
Il senso di colpa ha una funzione ben specifica: serve per spingere l’individuo a mettere in atto comportamenti pro-sociali, a stimolare riflessioni sul comportamento adottato o che si vuole adottare, a spingere il soggetto a chiedere perdono o compiere gesti riparativi in caso di errore.

PENSARLO È COME FARLO

Di norma il senso di colpa ha a che fare con “ciò che si è fatto”, talvolta però si può provare un senso di colpa anche in relazione a “qualcosa che si è pensato”. Ad esempio, pensate di trovarvi in una situazione in cui un vostro collega vi fa tremendamente innervosire, potreste trovarvi ad avere pensieri crudeli su di lui ed il solo pensiero potrebbe farvi sentire in colpa. Avere un pensiero del tipo “gli vorrei tirare un calcio” non corrisponde al comportamento “dare un calcio”, tuttavia ci si potrebbe sentire in colpa ugualmente. I pensieri sono solo pensieri, ma per alcune menti il solo pensare di compiere un’azione corrisponde a compierla, cioè infrangere una regola morale. Avvenuto il pensiero si genera il senso di colpa. La regola implicita che sottostà a tutto ciò è “non lo devo nemmeno pensare, altrimenti sono una brutta persona”.

2 TIPI DI SENSI DI COLPA

Esistono 2 tipi di senso di colpa: il senso di colpa deontologico e quello di tipo altruistico (Mancini e Gangemi, 2006).
1. Il senso di colpa deontologico si prova quando si infrange una regola morale, religiosa, giuridica “non dovevo farlo”, “ non si deve fare”, “non è giusto”.
2. Il senso di colpa altruistico è di tipo interpersonale, ha a che fare con l’empatia e si prova quando si è commesso un atto che ha provocato sofferenza a qualcuno o quando non si è fatto nulla per impedire la sofferenza altrui. “E’ tutta colpa mia!”, “Potevo evitarlo…”.

Dove si trova il senso di colpa nel cervello?

Studi scientifici dimostrano come le due tipologie di senso di colpa siano del tutto differenti tra loro, avendo origine in aree cerebrali diverse (Basile, 2011). Il senso di colpa deontologico nasce a livello della corteccia cingolata, area connessa anche all’emozione di disgusto, mentre il senso di colpa altruistico è connesso alle aree della corteccia prefrontale implicate nell’empatia.
Quando il senso di colpa si fa consistente, il soggetto si trova continuamente a rimuginare sul passato. Il passato invade la mente ed occupa il presente e la sofferenza aumenta ed insorgono rimproveri auto-riferiti “è tutta colpa mia”.





COSA FARE?

In psicoterapia spesso si indaga il senso di colpa, si impara a riconoscere l’emozione negativa, comprendendola ed accettandola in tutte le sue parti, ci si sperimenta e ci si allena a sentirsi imperfetti e fragili. La netta distinzione tra giusto e sbagliato poco a poco assume anche qualche sfumatura, in particolare la persona impara a distinguere tra ciò che è “giusto per sé stessi” e ciò che è “sbagliato per sé stessi” e non tra ciò che è giusto/sbagliato in termini assolutistici. il rimuginio e le autoaccuse svaniscono.
La doverizzazione lascia il posto alla flessibilità: “devo farlo” diventa “preferirei/potrei fare…”, cioè la persona diviene protagonista delle sue scelte e non vittima passiva di uno schema rigido e severo che distingue le esperienze del mondo in bianco e nero, bensì si prendono in considerazione le sfumature di grigio.


Dott. ssa Camilla Pacassoni



Dal sito: 

thestrangesituation.it



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