martedì 10 dicembre 2019

Le lamentele e le storie che racconti sono le tue prigioni





Non serve la scienza per dire che la lamentela spegne i neuroni del cervello. La lamentela e le scuse che ti racconti, sono i modi che utilizzi per non fare il cambiamento che ti servirebbe davvero per essere felice!

MA TU A CHE COSA CREDI DAVVERO?

Sono tanti anni che mi occupo di crescita personale. Ho iniziato non perchè non sapessi cosa fare, nè tantomeno perchè faceva figo farlo. 

Ho iniziato, come spesso succede a tante persone. Stavo male. La mia vita andava così così, non “potevo lamentarmi”.

O meglio, quando mi lamentavo, subito mi sentivo meglio e magari quella sensazione durava per un po’. Il lavoro non andava? Mi lamentavo del fatto che le persone “non mi capivano”, il mio capo era una str**** di dimensioni colossali, oppure c’era la lamentela del tempo! 

Quella era bellissima, una delle migliori, “non ho tempo” per fare questo, non ho tempo per fare quell’altro…

Ma poi, una che dice che non ha mai tempo, ma cosa avrà da fare poi di così importante????:D

Facendo così, l’unica cosa che mi sucedeva era che allentavo leggermente la pressione che sentivo dentro. E questo mi dava l’opportunità per andare avanti ancora un pochino. Era come prendere una boccata d’aria mentre stavo annegando!

La lamentela poi ha un altro brutto, bruttissimo effetto: è contagiosa! E quando si nuota tutti nello stesso mare e insieme si annega, si sa, alla fine è come se nessuno veramente anneghi mai. Insomma se tutti si lamentano chi sono io per non farlo??

E quindi ricominciavo esattamente dallo stesso punto in cui mi ero fermata.

Un perfetto criceto.

Poi un giorno incontrai qualcuno che mi disse che avevo la tipica mentalità italiana (avrei capito solo molto tempo dopo che si riferiva alla lamentela in particolare) e mi ricordo che io mi arrabbiai davvero moltissimo.

Infondo cosa sapeva questa persona di me? Non mi conosceva eppure stava esprimendo un giudizio nei miei confronti. Mi sentii offesa, oltraggiata. 

Allora non capii le sue parole. Sono passati tanti anni e ho dovuto prendere una serie di “mazzate” in faccia. Nulla è cambiato per molto, c’ho girato intorno e molte sono state le storie che mi sono raccontata…

LE STORIE CHE CI RACCONTIAMO SONO LA NOSTRA PRIGIONE

Storie storie storie… Come iniziano queste storie? Sempre nello stesso modo…

Non ho tempo, tu non sai cos’è la mia vita, ho i figli, il cane, un marito geloso…insomma non posso farlo, non è il momento, quando sarò pronta, non sono capace e brava abbastanza. Bla bla bla. 

Quanto fiato e quanta fatica sprecata, davvero. Ciascuna di noi ha la sua vita e le sue esperienze e le sue bellissime storie da raccontare, e se, attenzione, di mestiere, fai la cantastorie non c’è nessun problema!

Ma hai mai notato che quando racconti la tua storia, stai indossando una maschera e quella maschera finisce per essere la tua identità da cui poi, non riesci più a liberarti?

Proprio come era successo a me, quando mi venne fatto notare che me la stavo raccontando.

Quando reagisci in un modo esagerato a quello che le persone ti fanno osservare dall’esterno probabilmente ti hanno toccato un nervo scoperto e ovviamente fa male. Io qui non sto dicendo che sia facile, ma sto dicendo che, ci possiamo rendere conto delle “bugie” che ci raccontiamo sul nostro fare o non fare una cosa o farla parzialmente, e che questi comportamenti conducono tutti allo stesso risultato. A farti scoprire uno schema.  

COME INTERROMPERE LE CREDENZE DISFUNZIONALI

Come forse avrai ben capito, è arrivato il momento di interrompere questo circuito malsano che metti in atto. Ovviamente non sto parlando di situazioni patologiche invalidanti che richiedono un altro tipo di intervento, ma ti sto dando un’opportunità concreta di poter risolvere un modo che hai, un atteggiamento che poni in essere e che ti fa solo male.

Nessun commento: