Con il progredire della società, i miglioramenti della qualità della vita, del benessere e i passi fatti in avanti dalle tecnologie, indubbiamente si presentano anche alcune problematiche che rappresentano il prezzo da pagare per un progresso tanto rapido e profondo. Infatti, nel giro di circa un secolo, la vita dell’uomo occidentale è cambiata più che nei mille anni precedenti, con una velocità e un’accelerazione incredibili. Capita allora che sempre più persone si presentino al pronto soccorso degli ospedali con sintomi improvvisi e violenti, che possono sembrare quelli dell’infarto: sensazione di oppressione al petto, dolore al torace, profonda inquietudine e sudorazione fredda, accompagnata a volte anche da nausea. In realtà si tratta di attacchi di panico, una malessere tipico del nostro tempo.
L’attacco di panico è una reazione impropria del cervello che risponde a certi stimoli entrando in “allarme pericolo di vita”, in assenza però di un reale rischio. Il cervello attiva tutte le reazioni che possono entrare in gioco quando si sta per morire in circostanze violente. Al pronto soccorso viene effettuato innanzitutto un elettrocardiogramma per escludere che la problematica sia di natura cardiaca; viene anche misurata la pressione sanguigna e di norma, escluso che si tratti di un infarto, viene somministrato un farmaco tranquillante.
Perché arriva l’attacco di panico
La causa del verificarsi di un attacco di panico può risiedere in un lungo periodo di stress, ad esempio causato da un carico di lavoro eccessivo; oppure questo stato può rappresentare la classica punta dell’iceberg di un disagio emotivo profondo che non riesce ad emergere da lungo tempo.
Come si manifesta
I principali sintomi dell’attacco di panico sono:
- tachicardia
- iperventilazione
- tremore e brividi
- sudorazione fredda alternata a vampate
- dolore al petto
- nausea
- sensazione di irrealtà (l’ambiente circostante assume contorni sfumati, sembra di essere in un sogno)
- senso di morte imminente
Cosa fare in caso di attacco di panico
In caso di attacco di panico, bisogna innanzitutto escludere che si stia verificando davvero un infarto; per questo motivo è sempre bene accompagnare la persona in ospedale, dove verrà immediatamente accertata la natura del problema. La durata dell’episodio ci aiuta a capire di che cosa si tratti: in genere i sintomi dell’attacco di panico, infatti, durano circa una decina di minuti.
Quando la persona interessata è giovane e non è soggetta a rischio infarto (né a ipertensione, sovrappeso, colesterolo alto, diabete, se sta sta iperventilando (respirazione corta e affannosa) le si può chiedere di respirare per circa un minuto in un sacchetto di carta, tipo quello del pane, con bocca e naso. Ripetere per quattro cinque volte, alternando un minuto di respirazione nel sacchetto, con un minuto fuori dal sacchetto. Questa pratica dovrebbe aiutare a ripristinare una respirazione regolare, prevenendo il rischio che comporta l’iperventilazione di peggiorare la sensazione di soffocamento che si percepisce durante l’attacco di panico.
Cosa non fare
- Evitare di chiedere alla persona di controllarsi, perché con l’attacco di panico non si fa altro che peggiorare la sua condizione psico-emotiva, in quanto la persona non è assolutamente in grado di prendere il controllo su di sé.
- Evitare di farsi vedere spaventati dalla situazione e incapaci di fornire aiuto, per non peggiorare la condizione di fragilità emotiva della persona in quel momento.
- Cercare di rimanere calmi e lucidi per affrontare al meglio la situazione.
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